Pajese miu
A l'antrasatta, cum'a maharia, ra luntanu lu veu, hriggiu 'nzimma 'na tempa r'aulive, appisu a lu sdirrupo addo' 'nmienzu a li scanni ccù mmiennulu si 'nzora ficurinia. Rociula l'acqua sottu a Ponteruttu musica canusciuta Ra fore torna ccù lu ciucciu appriessu chianu 'na vecchia ccù lu sarcinieddu e cum'a picciu, ra inta ri la vadde sentu lamienti ri 'na ciaramedda: |
so' i mmeje 'sti vvuci,
cheste prete so' i mmeje, meje 'sti facce vrusciate, cca i sacciu chi so', cca li rrariche meje si so' chiantate, chistu è 'u pajese miu. Laurinu miu bellu e ppirdutu, puru luntanu sempe accussì ti veu, hriggiu, 'ncoppa 'ssa tempa r'aulive, cristarieddu ri 'mpuostu a 'ssu sdirrupu addo' la notte lu vientu chiange, ululeia lu lupu. Bruno Durante da "ARRETU,ARRETU CUMA LI FUNARI" , GM CALAMOS, Angri 2002 |
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Bruno Durante
Seggio: "'u sieggiu", XVI sec. Al centro Annunciazione e a destra Giudizio universale di Girolamo Siciliano di Padula, 1578.
Al di sotto la scritta" Hospitium miseris peregrinis pauperibus, A.D. MDLXXVIII."
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Al di sotto la scritta" Hospitium miseris peregrinis pauperibus, A.D. MDLXXVIII."
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IL SEGGIO: 'U sieggiu
Il Seggio prospetta sulla piazza principale di Laurino ed è il simbolo dell'autogoverno "democratico" dell' Universitas, il Comune di allora, in contrasto col sovrastante castello, poi Palazzo ducale, sedi del feudatario. Nel Seggio si svolgevano infatti le assemblee degli Eletti dell' Universitas di Laurino da sola, o, in seduta unitaria, con quelle dei suoi casali, Chiaine Soprane, Chiaine Sottane e Fogna. In realtà tale funzione di aula del "Parlamento" comunale non è originaria essendo la struttura nata nel XVI sec. come propileo, ingresso monumentale al complesso dell'Annunziata. Sulla parete è, infatti ancora visibile la grande porta che con una scala in pietra conduceva al cortile interno sul quale prospettavano la chiesa, lo "spedale", l'ospizio per i pellegrini e l'orfanotrofio per i bambini abbandonati con la relativa ruota. Nel complesso, insomma, l'Universitas svolgeva tutte le attività assistenziali e caritative tipiche della società quattro-cinquecentesca più illuminata. Dopo la terribile ondata di peste del 1656 intervenne la decadenza e la chiusura di tali istituzioni. Oggi sopravvive solo la bellissima chiesa della SS. Annunziata che ospita l'omonimo Museo. Degli affreschi originari sono sopravvissuti l'Annunciazione e il Giudizio universale di Girolamo Siciliano di Padula del 1578. |
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L'UNIVERSITAS.
MinoSchiavo
Il castello di Laurino non era “maestoso” (in effetti era un castelluzzo, nel quale, comunque, dimoravano alcune famiglie, ampliato quando divenne sede dei duca Carafa); falso il mito dell’esistenza della stamperia; il “Ginnasio” non era altro che una scuola privata ecclesiastica ad uso e consumo del ceto nobiliare; esilarante la notizia che vi avessero soggiornato ed insegnato nientemeno che Pitagora ed Ippocrate. Dalle premesse il passo è breve per affermare che esistesse una Universitas, nel senso degli studi.
In un antico libro del Cinquecento si legge che l’Universitas Laurini era antiquissima e nobilissima, vantando privilegi altrettanto antichissimi, come quelli di avere la giurisdizione di cause che in altri paesi spettavano unicamente al Re, di designare figure istituzionali come il Portolano (diciamo così, l’esattore delle tasse per l’importazione e l’esportazione delle merci) ed il Baiulo, di antica tradizione normanna (aveva poteri giurisdizionali e fiscali, di polizia urbana e campestre, elevava contravvenzioni, arrestava i delinquenti, verificava l’esattezza di pesi e misure etc.). Ebbene, lo Stato di Laurino questi funzionari li designava autonomamente! Insomma era un vero e proprio Stato democratico, che eleggeva un Syndicus e Eletti di specchiata moralità e competenza (2 tra i nobili, 2 tra il popolo), che sostenessero l’azione amministrativa del primo cittadino. Il buon governo era garantito da leggi antichissime e severissime, tramandate oralmente, poi codificate in appositi Statuti (1495~1748), per lo più in lingua latina medievale (meriterebbero di essere tradotti e pubblicati!), che regolavano la vita sociale e amministrativa dell’Universitas civium o loci, cioè l’unione di tutti i cittadini costituenti una cittadinanza, una popolazione, che si autogovernava. Fu Carlo I d’Angiò a darle tale termine, che durò fino al 1806, quando furono istituiti i Comuni.
Insomma le Universitas ( feudali, perché esclusiva proprietà di un feudatario; demaniali, perché dipendenti dall’autorità del Re, ma con poteri propri, che variavano da zona a zona) erano, nell’Italia meridionale, i “Comuni” del Regno, sorte fin dal tempo della dominazione longobarda e poi normanna. Laurino era tra quelle università che avevano meritato grande autonomia. La vita democratica, sotto certi aspetti, era garantita! Eccome!
MinoSchiavo
Il castello di Laurino non era “maestoso” (in effetti era un castelluzzo, nel quale, comunque, dimoravano alcune famiglie, ampliato quando divenne sede dei duca Carafa); falso il mito dell’esistenza della stamperia; il “Ginnasio” non era altro che una scuola privata ecclesiastica ad uso e consumo del ceto nobiliare; esilarante la notizia che vi avessero soggiornato ed insegnato nientemeno che Pitagora ed Ippocrate. Dalle premesse il passo è breve per affermare che esistesse una Universitas, nel senso degli studi.
In un antico libro del Cinquecento si legge che l’Universitas Laurini era antiquissima e nobilissima, vantando privilegi altrettanto antichissimi, come quelli di avere la giurisdizione di cause che in altri paesi spettavano unicamente al Re, di designare figure istituzionali come il Portolano (diciamo così, l’esattore delle tasse per l’importazione e l’esportazione delle merci) ed il Baiulo, di antica tradizione normanna (aveva poteri giurisdizionali e fiscali, di polizia urbana e campestre, elevava contravvenzioni, arrestava i delinquenti, verificava l’esattezza di pesi e misure etc.). Ebbene, lo Stato di Laurino questi funzionari li designava autonomamente! Insomma era un vero e proprio Stato democratico, che eleggeva un Syndicus e Eletti di specchiata moralità e competenza (2 tra i nobili, 2 tra il popolo), che sostenessero l’azione amministrativa del primo cittadino. Il buon governo era garantito da leggi antichissime e severissime, tramandate oralmente, poi codificate in appositi Statuti (1495~1748), per lo più in lingua latina medievale (meriterebbero di essere tradotti e pubblicati!), che regolavano la vita sociale e amministrativa dell’Universitas civium o loci, cioè l’unione di tutti i cittadini costituenti una cittadinanza, una popolazione, che si autogovernava. Fu Carlo I d’Angiò a darle tale termine, che durò fino al 1806, quando furono istituiti i Comuni.
Insomma le Universitas ( feudali, perché esclusiva proprietà di un feudatario; demaniali, perché dipendenti dall’autorità del Re, ma con poteri propri, che variavano da zona a zona) erano, nell’Italia meridionale, i “Comuni” del Regno, sorte fin dal tempo della dominazione longobarda e poi normanna. Laurino era tra quelle università che avevano meritato grande autonomia. La vita democratica, sotto certi aspetti, era garantita! Eccome!
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Siamo nati! CHI SIAMO?
Gentile Laurinese
Siamo un gruppo di amici impegnati a valorizzare il grande patrimonio artistico del nostro paese. Siamo convinti che sia dovere di ogni laurinese residente o emigrato, contribuire a conservare le preziose opere d'arte, a volte autentici capolavori, che nel corso dei secoli ci sono state tramandate. Fanno parte della nostra storia, della nostra memoria, della nostra identità.
Siamo anche convinti che una saggia politica di tutela delle antiche architetture, mura, torri, vicoli, chiese, sculture, pitture possa fornire una grande risorsa per lo sviluppo di un turismo di qualità che si sposi con le straordinarie emergenze ambientali del territorio. Natura e cultura possono costituire il binomio vincente. Castello longobardo e Palazzo ducale, mura e torri, l'Annunziata, il Seggio. S. Maria Maggiore, S. Biagio, Ognissanti, Convento e Chiesa di S. Antonio, Madonna del mondo, cappelle di S. Elena, ponti medievali, teatro comunale e tanti altri tesori piccoli e grandi raccontano una storia che nessun altro paese può vantare nell'intero Cilento.
La nostra missione vuole essere di collaborazione e di stimolo per il Comune anzitutto, per il Parco del Cilento, la Diocesi, la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, la PRO-LOCO, con tutte le istituzioni, insomma, delegate alla tutela dei nostri tesori..In secondo luogo è nostra intenzione organizzare manifestazioni, mostre, eventi, pubblicazioni, tutti autofinanziati e diretti a far conoscere e promuovere la nostra piccola, straordinaria "Città d'arte".
Per il mese di agosto 2013 abbiamo organizzato la mostra "I capolavori di Laurino", attualmente esposti nel Museo Diocesano di Vallo della Lucania e nella Certosa di Padula. Si tratta, com'è noto, del Polittico di Cristoforo Faffeo del 1478, della Pietà di Silvestro Buono (?) del 1550 ca., del Cofanetto nuziale degli Embriachi del 1370 ca. del S. Gennaro e del S. Filippo di F. Solimena del 1720 ca. e della Pietà di S. Biagio di Arnono di Padula del 1606....
Siamo certi che per tutti noi laurinesi poter rivedere o vedere per la prima volta questi capolavori sarà un'esperienza di grande impatto emotivo e artistico.
L'adesione alla Libera Associazione "LAURINO NEL CUORE" è assolutamente gratuita.
Laurino, giugno 2013
Bruno Durante, Mino Schiavo, Angelo Mautone, Romualdo Schiavo, Alfonso Filizzola, Aldo Errico, Maurizio Marotta, Angelo Maffia, Nicola Sofia, Pasquale Gigantiello.
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Nel frattempo siamo diventati molti di più!
Attenzione. Questo sito in un mese ha ricevuto 1203 visite, 40 al giorno. Grazie!____________________________________________________________
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Siamo anche convinti che una saggia politica di tutela delle antiche architetture, mura, torri, vicoli, chiese, sculture, pitture possa fornire una grande risorsa per lo sviluppo di un turismo di qualità che si sposi con le straordinarie emergenze ambientali del territorio. Natura e cultura possono costituire il binomio vincente. Castello longobardo e Palazzo ducale, mura e torri, l'Annunziata, il Seggio. S. Maria Maggiore, S. Biagio, Ognissanti, Convento e Chiesa di S. Antonio, Madonna del mondo, cappelle di S. Elena, ponti medievali, teatro comunale e tanti altri tesori piccoli e grandi raccontano una storia che nessun altro paese può vantare nell'intero Cilento.
La nostra missione vuole essere di collaborazione e di stimolo per il Comune anzitutto, per il Parco del Cilento, la Diocesi, la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, la PRO-LOCO, con tutte le istituzioni, insomma, delegate alla tutela dei nostri tesori..In secondo luogo è nostra intenzione organizzare manifestazioni, mostre, eventi, pubblicazioni, tutti autofinanziati e diretti a far conoscere e promuovere la nostra piccola, straordinaria "Città d'arte".
Per il mese di agosto 2013 abbiamo organizzato la mostra "I capolavori di Laurino", attualmente esposti nel Museo Diocesano di Vallo della Lucania e nella Certosa di Padula. Si tratta, com'è noto, del Polittico di Cristoforo Faffeo del 1478, della Pietà di Silvestro Buono (?) del 1550 ca., del Cofanetto nuziale degli Embriachi del 1370 ca. del S. Gennaro e del S. Filippo di F. Solimena del 1720 ca. e della Pietà di S. Biagio di Arnono di Padula del 1606....
Siamo certi che per tutti noi laurinesi poter rivedere o vedere per la prima volta questi capolavori sarà un'esperienza di grande impatto emotivo e artistico.
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Laurino, giugno 2013
Bruno Durante, Mino Schiavo, Angelo Mautone, Romualdo Schiavo, Alfonso Filizzola, Aldo Errico, Maurizio Marotta, Angelo Maffia, Nicola Sofia, Pasquale Gigantiello.
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BUONE FESTE A TUTTI DA VIPITENO.
( Siamo invasi dai turisti dei mercatini. A chi tanti e a chi niente. Sto pensando come mandarne un poco a Laurino)
( Siamo invasi dai turisti dei mercatini. A chi tanti e a chi niente. Sto pensando come mandarne un poco a Laurino)
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