INDICE
-'Nnanzi 'a funtana -'Na funtana, poesia di Enzo D'Orsi -Notiziario n. 1, capolavori o discarica -Notiziario n. 2 Pala d'altare di S. Maria, una proposta cervellotica |
-Notiziario n. 3, le cocozze di Halloween -Notiziario n. 4, le statistiche di Laurinonelcuore |
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'NNANZI 'A FUNTANA
Due erano e sono i luoghi deputati alla chiacchiera e al pettegolezzo paesano e perciò alla divulgazione delle NEWS, (scusate l'anglicismo, insomma, le novità, le notizie): 'ncoppa 'u muraglione e 'nnanzi 'a funtana. Solo che questa seconda denominazione sono solamente pochi a intenderla per la semplice ragione che la fontana da oltre 50 anni non c'è più, anche se i pettegolezzi sono restati. Per certi versi allora questa è una foto storica, forse l'unica rimasta del monumentale fontanone che occupava lo spiazzo davanti al bar S. Lucia. Peccato che l'abbiano demolita assieme all'altro lavatoio della rotonda. Sulle lunghe vasche di pietra con gli sfregatoi che nella foto non si vedono dietro il frontone, intere generazioni di donne hanno consumato braccia e schiena offrendo, a volte, maestosi deretani, alla curiosità maliziosa di noi ragazzini. E d'estate il fontanone diventava una chiassosa piscina per la disperazione dei vicini privati della sacrosanta pennichella. Ma storica lo è, la foto, anche per altri motivi. Siamo negli anni '50 del '900 e il paese non era ancora spopolato dall'emigrazione, la processione del 15 Agosto o di S. Elena era affollata più che mai, le anziane portano ancora il costume tradizionale lungo e sulla fontana resiste una falce e martello opera di qualche solitario comunista reduce dalla batosta del Fronte popolare del'48. E sui balconi di casa mia, a sinistra, è affacciata tutta la mia famiglia. Se non è una news questa!
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Due erano e sono i luoghi deputati alla chiacchiera e al pettegolezzo paesano e perciò alla divulgazione delle NEWS, (scusate l'anglicismo, insomma, le novità, le notizie): 'ncoppa 'u muraglione e 'nnanzi 'a funtana. Solo che questa seconda denominazione sono solamente pochi a intenderla per la semplice ragione che la fontana da oltre 50 anni non c'è più, anche se i pettegolezzi sono restati. Per certi versi allora questa è una foto storica, forse l'unica rimasta del monumentale fontanone che occupava lo spiazzo davanti al bar S. Lucia. Peccato che l'abbiano demolita assieme all'altro lavatoio della rotonda. Sulle lunghe vasche di pietra con gli sfregatoi che nella foto non si vedono dietro il frontone, intere generazioni di donne hanno consumato braccia e schiena offrendo, a volte, maestosi deretani, alla curiosità maliziosa di noi ragazzini. E d'estate il fontanone diventava una chiassosa piscina per la disperazione dei vicini privati della sacrosanta pennichella. Ma storica lo è, la foto, anche per altri motivi. Siamo negli anni '50 del '900 e il paese non era ancora spopolato dall'emigrazione, la processione del 15 Agosto o di S. Elena era affollata più che mai, le anziane portano ancora il costume tradizionale lungo e sulla fontana resiste una falce e martello opera di qualche solitario comunista reduce dalla batosta del Fronte popolare del'48. E sui balconi di casa mia, a sinistra, è affacciata tutta la mia famiglia. Se non è una news questa!
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essa veneva, ardente e suspirosa, speruta ‘e vase me cadeva ‘mbraccia; ogne tanto ‘na spica dispettosa, ca s’abbuccava, ce pugneva ‘nfaccia. Luntano se sperdeva quacche voce, dint’’e ssepe cantavano ll’arille, e parevano stelle, ‘e lluce-luce cadute ‘n miez’ ‘o grano, a mille a mille! Funtana mia: stasera, quanno vene ‘na mamma ch’assumiglia a Mariarosa, dille ch’ancora ‘a penzo e ‘a voglio bene, dille ca mo’… pur’io so’ ‘n’ata cosa. Invece tu, funtana a tre cannuole, nun si cagnata: tu si’ sempe chella, ogne ghiuorno chi sa’ quanta figliole s’accostano, projènnote ‘a vucchella. Tal’e quale attoccava a’ vocca mia, ca è stata ‘na funtana ‘e giuventù: e ghietta ancora – che malincunia – però nisciuna ce s’accosta cchiù. Enzo D'Orsi Enzo d'Orsi, di padre casalettaro, nacque a Pellare. Ingegnere si trasferì a Venezia, ma la sua poesia restò sempre legata alla memoria delle sue origini e dei suoi luoghi pur adottando il napoletano come cifra linguistica. Nel 1922 pubblicò Sciure e pensieri, nel 1949 Paese mio, nel 1954 Fronne verde, nel 1969 Cielo turchino, nel 1983 O canario. |
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Notiziario n.1
1) CROCIFISSIONE. La bellissima crocifissione, sulla base di elementi stilistici tipici quali la mancanza di corona di spine e il panno (perizoma) lungo fino al ginocchio del Cristo, è da datare intorno al '300. E' stata fotografata buttata a testa in giù, fra rifiuti di ogni genere, nel deposito della cripta di S. Maria. Figurerebbe degnamente nella nostra chiesa e in ogni museo. Probabilmente proviene da S. Matteo o da S. Lorenzo. S.O.S.
2)VASCA LUSTRALE. La vasca semiovale invasa dai rifiuti si trova nella sacrestiola della stessa cripta. E' probabile si tratti appunto di una vasca lustrale per il battesimo ad immersione. Se così fosse la sua datazione sarebbe intorno all'anno 1000. S.O.S.
3) Il CORO LIGNEO attribuito al Consulmagno non ha bisogno di commenti. Dovrebbe essere motivo di ammirazione e orgoglio per la chiesa e per Laurino se non fosse invaso da anni dalle statue sfollate da altre chiese a seguito del terremoto del 1980, da cartoni, tabelle e persino bombole del gas. S.O.S
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1) CROCIFISSIONE. La bellissima crocifissione, sulla base di elementi stilistici tipici quali la mancanza di corona di spine e il panno (perizoma) lungo fino al ginocchio del Cristo, è da datare intorno al '300. E' stata fotografata buttata a testa in giù, fra rifiuti di ogni genere, nel deposito della cripta di S. Maria. Figurerebbe degnamente nella nostra chiesa e in ogni museo. Probabilmente proviene da S. Matteo o da S. Lorenzo. S.O.S.
2)VASCA LUSTRALE. La vasca semiovale invasa dai rifiuti si trova nella sacrestiola della stessa cripta. E' probabile si tratti appunto di una vasca lustrale per il battesimo ad immersione. Se così fosse la sua datazione sarebbe intorno all'anno 1000. S.O.S.
3) Il CORO LIGNEO attribuito al Consulmagno non ha bisogno di commenti. Dovrebbe essere motivo di ammirazione e orgoglio per la chiesa e per Laurino se non fosse invaso da anni dalle statue sfollate da altre chiese a seguito del terremoto del 1980, da cartoni, tabelle e persino bombole del gas. S.O.S
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Notiziario n. 2
Da qualche tempo corre voce a Laurino che il parroco voglia rimuovere la bellissima pala dell'altare maggiore di S. Maria per mettere a vista e valorizzare il retrostante coro ligneo attribuito a G. Consulmagno. E anche perché l'altare, secondo lui, non apparterrebbe alla Collegiata, ma alla Chiesa del Carmine. L'idea è curiosa, da una parte, e cervellotica dall'altra. Ma come, dopo una ventina di anni che il curato non si cura del coro ricoprendolo di santi sfollati, sedie, tabelloni, cartoni e persino bombole del gas, adesso gli è presa la smania di curarsene? In secondo luogo vogliamo rispettosamente informare il parroco che quel capolavoro (quasi un retablo) è là dal 1497 e là deve restare. Fu trasferito al Carmine nel 1776 quando la Collegiata venne rifatta dalle fondamenta. Fu riportata al suo posto nella Chiesa matrice 115 anni dopo dall'abate don Luigi Garrasi quello che nel 1882 riportò a Laurino le ossa di S. Elena e che tentò senza successo di farla dichiarare ufficialmente santa da Roma. Sull'abate Garrasi, fra parentesi, corre una storia simpatica. Fu denunciato infatti da un nobilotto locale perché si era portato a casa sua il bellissimo cofanetto nuziale. Lui si difese dichiarando che in chiesa i fedeli erano turbati perché sul cofanetto erano incise tre dee nude, Venere, Minerva e Giunone e dunque era pornografico. Fu assolto. In ogni caso, se vuole, il parroco può approfondire meglio la questione leggendo l'opuscoletto proprio del Garrasi "Santa Maria Maggiore di Laurino", Tipografia Economico-sociale, G. Marino, Ariano 1894, pagg. 10, 11 oppure "Laurino e l'omonimo stato" di Giustino Pecori, C.P.C.C., Acciaroli, 1994, pagg.116,133. E infine, dal Concilio di Trento in poi, nelle chiese cattoliche, il coro con eventuale pala, deve stare dietro l'altare e non davanti. |
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Notiziario n. 3
La notizia del 31. Ottobre 2013 è molto intrigante ed è che a noi di Laurino, Halloween, la festa mascherata americana dell'horror consumista ci fa un baffo. Nel senso che noi le zucche, le cocozze, le svuotavamo e intagliavamo da sempre facendole diventare spaventosi mostri o teschi illuminati all'interno da "cerogeni". Per la verità la complicata simbologia delle cocozze illuminate esposte su finestre e balconi, a noi bambini, non era chiara. Non sapevamo bene se il rituale, per noi solo un gioco, servisse ad accogliere con la luce le anime del purgatorio che alla vigilia della notte dei morti tornavano a fare visita ai vivi. Oppure che servissero a spaventarle e a tenerle lontano dalla casa e dal paese. In ogni caso, appena la luce del giorno cadeva le strade si illuminavano di terrificanti teschi dai grossi denti che emanavano dalle orbite e dalla bocca schermate di carta velina rossa, fiammelle fatue che facevano accapponare la pelle. Parliamo di 60 e più anni fa quando la cultura popolare era ancora intrisa di spiriti e stregonerie. La notte delle cocozze si è ormai estinta da vari decenni, salvo ritornarci adesso nella versione americana buona per fare spendere un fracasso di soldi in costumi carnevaleschi a grandi e piccoli. Apprendemmo poi che quel rituale che metteva in collegamento simbolico l'aldiqua e l'aldilà, arrivava da tempi remoti, probabilmente dalla cultura dei popoli Celti. Ma per noi mediterranei è più credibile che ci venisse dalla Grecia, da quella Kolokasìa Athenai, la dea delle zucche, personificazione della Grande Madre preposta al ciclo della vita e della morte.
Notiziario n. 3
La notizia del 31. Ottobre 2013 è molto intrigante ed è che a noi di Laurino, Halloween, la festa mascherata americana dell'horror consumista ci fa un baffo. Nel senso che noi le zucche, le cocozze, le svuotavamo e intagliavamo da sempre facendole diventare spaventosi mostri o teschi illuminati all'interno da "cerogeni". Per la verità la complicata simbologia delle cocozze illuminate esposte su finestre e balconi, a noi bambini, non era chiara. Non sapevamo bene se il rituale, per noi solo un gioco, servisse ad accogliere con la luce le anime del purgatorio che alla vigilia della notte dei morti tornavano a fare visita ai vivi. Oppure che servissero a spaventarle e a tenerle lontano dalla casa e dal paese. In ogni caso, appena la luce del giorno cadeva le strade si illuminavano di terrificanti teschi dai grossi denti che emanavano dalle orbite e dalla bocca schermate di carta velina rossa, fiammelle fatue che facevano accapponare la pelle. Parliamo di 60 e più anni fa quando la cultura popolare era ancora intrisa di spiriti e stregonerie. La notte delle cocozze si è ormai estinta da vari decenni, salvo ritornarci adesso nella versione americana buona per fare spendere un fracasso di soldi in costumi carnevaleschi a grandi e piccoli. Apprendemmo poi che quel rituale che metteva in collegamento simbolico l'aldiqua e l'aldilà, arrivava da tempi remoti, probabilmente dalla cultura dei popoli Celti. Ma per noi mediterranei è più credibile che ci venisse dalla Grecia, da quella Kolokasìa Athenai, la dea delle zucche, personificazione della Grande Madre preposta al ciclo della vita e della morte.
Notiziario n. 4
2. Dicembre 2013. La notizia del giorno è che Laurinonelcuore sta riscuotendo un gran successo di attenzione. Dal 31 Ottobre al 30 Novembre ha già ricevuto 1203 visite, 40 al giorno. Niente male per un sito nato da un mese! Adesso c'è da augurarsi una maggiore partecipazione al forum che ancora langue. L'impegno per Laurino ha urgenza di una partecipazione attiva a tutti i livelli di informazione. E di idee e proposte. Grazie per l'attenzione.
1 Gennaio 2014. Il sito in 3 mesi ha ricevuto 2553 visite, 27 al giorno. Grazie!
2. Dicembre 2013. La notizia del giorno è che Laurinonelcuore sta riscuotendo un gran successo di attenzione. Dal 31 Ottobre al 30 Novembre ha già ricevuto 1203 visite, 40 al giorno. Niente male per un sito nato da un mese! Adesso c'è da augurarsi una maggiore partecipazione al forum che ancora langue. L'impegno per Laurino ha urgenza di una partecipazione attiva a tutti i livelli di informazione. E di idee e proposte. Grazie per l'attenzione.
1 Gennaio 2014. Il sito in 3 mesi ha ricevuto 2553 visite, 27 al giorno. Grazie!